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Visualizzazione dei post da 2020
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La vita è fuori, e deve essere vissuta il caso Hikikomori di Mariangela Pacifico Gli Hikikomori, è un termine giapponese per definire quella persona o quelle persone, che restano in disparte e si isolano, da quella che è la realtà. Questo fenomeno, non aveva un grandissimo riscontro nei tempi precedenti ma, per via del Covid, questo fattore si è alimentato, portando i casi ad elevarsi sempre di più, riscontrando che la casa, è il posto più sicuro, specialmente in periodo pandemia. Tutt'ora questo fenomeno va avanti, non solo per il fatto che la pandemia continua a fare il suo corso, ma anche per il fatto che ormai le persone, si sono abituate a stare in casa con il lockdown. A tal proposito, esiste una fondazione creata da Marco Crepaldi, che tratta degli Hikikomori italiani, scovando tutti quelli che sono i giovani che hanno deciso di rimanere in casa, piuttosto che vivere una vita come tutti gli altri, al di fuori. Questo fenomeno, però, non è legato solo al periodo del Covid, e ...
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Hikikomori, chi sono i giovani che vivono chiusi in una stanza "Reclusi in casa per decine di anni" di Noemi Lapenna Il lockdown causato dal Covid ci ha insegnato due cose: la prima è come indossare la mascherina, la seconda è che la casa è il luogo più sicuro nel quale rinchiuderci. Oggi parliamo di un fenomeno diffuso tra ragazzi: viene chiamato Hikikomori, sono dei ragazzi che preferiscono isolarsi dal mondo reale, chiudendosi nella propria stanza. Marco Crepaldi è un fondatore di Hikikomori Italia, si occupa di questo fenomeno di giovani chiusi in casa, il numero di ragazzi che deciderà di rifiutare il mondo esterno è in aumento. Chi già viveva da Hikikomori ha degli aspetti in cui il mondo ritiene importante una vita definita normale. Molto ragazzi hanno deciso di rinchiudersi tra le mura di casa. Ragazzi sempre più giovani che decidono di non uscire dal portone del proprio appartamento per rivedere amici, insegnanti e parenti. I loro genitori hanno avuta molta difficolt...
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Il coraggio di dire no al bullismo l'esempio di Arisa  di Anna Novellino Arisa ha raccontato nel dettaglio il dramma del bullismo subito da bambina a scuola in cui i suoi compagni le dicevano che puzzava, la prendevano in giro per il suo aspetto fisico, o perché indossava gli stessi vestiti e la fecero sospendere per tre giorni nonostante lei non avesse imbrattato i muri dell’istituto con insulti verso la maestra firmandoli a suo nome. Per i compagni erano solo battute mentre per Arisa non era così, lei prendeva sul serio tutto ciò che loro dicevano o facevano. Addirittura, Arisa era arrivata a rimpiangere pubblicamente la propria scelta di ricorrere ad interventi di chirurgia plastica, rivendicando l’importanza dell’accettarsi. Il percorso di accettazione che Arisa sta portando avanti in questi mesi parte da lontano, come rivelato dalla stessa cantante in un’intervista al Corriere della Sera. Dalla scorsa estate ad oggi, la popolarissima star della musica e dello spettacolo italia...
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  Arisa affronta il trauma del bullismo “A scuola mi insultavano per il mio aspetto” di Annalisa Fago Il fenomeno del bullismo è ormai diffuso negli adolescenti. Adesso racconteremo del trauma che ebbe Arisa quando era un'adolescente. Per lei è stato un trauma che ancora oggi ricorda. Racconta che quando andava a scuola la insultavano per il suo aspetto fisico, ma veniva anche dileggiata per l’attività che svolgeva la sua famiglia. Dalla scorsa estate ad oggi, la popolare star della musica e dello spettacolo italiano mette in primo piano il proprio corpo, per un discorso all’insegna del body positivity, dicendo, che voleva rifare il suo aspetto fisico.  Sono stati i tre anni, di scuola media, i più terribili per la nostra star Arisa; lei ci spiega di come la prendevano in giro, di come la insultavano e ci spiega di come l’hanno fatta addirittura sospendere per 3 giorni. Questa sospensione è avvenuta, perché scrivevano insulti su dei professori, firmando con il suo no...
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Dal Corriere della Sera dell'8 ottobre 2020  CONFESSIONI Marco Brocca:  «Sono chiuso in casa da 7 anni e vivo attaccato al personal computer. Adesso so di essere un hikikomori» Da sempre soffre di una dermatite cronica. per questo veniva insultato e chiamato «lebbroso» e «zombie». Per colpa dei bulli «sono chiuso in casa da 7 anni e ho lasciato la scuola per sempre» di  Stefano Lorenzetto Nel suo bunker tiene appeso lo stemma della Polizia stradale. Un paradosso, perché  Marco Brocca, 25 anni , dal 2013 a oggi ha visto solo le strade che separano Treviso da Padova (due volte), Vicenza, Milano, Vigevano, Lucca, 2.238 chilometri fra andata e ritorno. A spanne, in totale fanno 875 metri al giorno. Per il resto, non più di una cinquantina di uscite nel circondario. «Mi recai anche a Pesaro con Blablacar. Avrei desiderato riallacciare i rapporti con mio padre, che non vedevo da anni, ma la trasferta finì male». Brocca soffre di un disagio adattivo sociale tipico dei ragaz...
Le star reagiscono ma le critiche ci saranno sempre di Natasha Insito https://www.vanityfair.it/show/agenda/2020/09/29/video-monologo-vanessa-incontrada Vanessa Incontrada sfida gli haters e il bullismo. Si posa nuda in copertina per dire basta alle critiche crudeli. Vanessa in una copertina di Vanity Fair racconta che nessuno può giudicarci per l'aspetto fisico, e che viviamo nel mondo dove bisogna apparire brave persone e non esserlo realmente. Dobbiamo tutti affrontate, capire e celebrare una nuova bellezza. Racconta anche che la maternità trasforma il corpo di tutte le donne. A volte prendi peso, altre lo perdi. Un mese sei in dieta e vuoi perdere chili, un altro ti senti a posto con te stessa. Siamo donne, è il nostro corpo funziona così. Va accettato e va soprattutto RISPETTATO. Il body shaming è una forma di bullismo che colpisce l'aspetto fisico delle persone, e tutti ne siamo coinvolti. Qualsiasi caratteristica fisica può essere presa di mira, l'altezza o la bassez...
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La sfida di Vanessa Incontrada ai bulli del web di Bianca Angelini Vanessa Incontrada si è mostrata nuda sulla copertina di Vanity Fair,sfidando l’opinione dei suoi haters del web e facendo capire che qualunque cosa diciamo,facciamo qualcuno ci giudicherà, possiamo fare 1000 cose buone e 1 sola cattiva e ti giudicheranno solo per quell’errore.  Vanessa ha detto tante cose giuste che fanno riflettere. La perfezione non esiste, però, a mio parere tutti siamo perfetti a modo nostro nei nostri difetti, pregi e altro e per fortuna siamo tutti uno diverso dall’altro ma avvolte ce sempre qualcosa che ci accomuna tutti quanti, il giudizio, il sentirsi diverso, inadeguato nel mondo, ha detto anche che lei stessa ha subito delle critiche avvolte pesanti avvolte no ma comunque che colpiscono lo stesso e ti fanno stare male dentro non importa se sei famosa,un modella, un cantante o altro le critiche fanno male a tutti. Una frase che mi ha colpito molto è stata quella nell’intervista di Vanity ...
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 Willy, storia di ordinario bullismo di Mariangela Pacifico Il caso di Willy ha colpito tutti noi, ormai sono giorni che questa notizia ha invaso tutti i telegiornali e non solo, ormai tutti ne discutono. Willy, era un semplice ragazzo di 21 anni, che come tutti i ragazzi studiava e si stava costruendo man mano una carriera, che però, per via del suo essere buono e in particolar modo corretto, la sua vita ha raggiunto ormai, un punto di non ritorno. La notte tra il 5 e il 6 settembre, la sua vita si è interrotta, per mano di quattro o forse anche cinque ragazzi, che lo hanno massacrato fino alla morte, con pugni e calci, uno di questi fatali per la sua vita, non riuscendo nemmeno a raggiungere l'ospedale per essere salvato. La sua unica colpa? Aver preso le difese di un suo amico, così come ogni amico avrebbe fatto. È davvero questo quello che merita chi è corretto, in questo mondo? Purtroppo, Willy, era troppo corretto per il mondo. Un mondo, che necessita più ragazzi come lui, a ...
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Quell'amore contrastato   di Cosima Solito
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 L'amore tra Maria Paola e Ciro e la rabbia di suo fratello di Ilaria Galizia Maria Paola, 20 anni e disoccupata aveva una relazione con Ciro Migliore, 22 anni, trans. Stavano insieme da 3 anni, volevano andare a convivere ma il fratello Michele Antonio Gaglione, 30 anni e disoccupato anche lui, non accettava il loro amore. La notte dell'11 settembre scorso Michele ha visto sua sorella e il suo compagno sfrecciare lungo la strada provinciale tra Caivano e Cancello verso Acerra, li ha inseguiti cercando di bloccarli. I richiami della sorella non sono bastati a placare la rabbia del 30 enne, tanto da arrivare a tirare un calcio alla carena del motorino e far cadere sua sorella che è morta sul colpo mentre Ciro è stato picchiato da lui stesso. Michele Antonio dice durante l’interrogatorio che non voleva uccidere la sorella ma voleva solo darle una lezione e che era "infetta". L'uomo è stato arrestato la notte stessa dell’incidente. Ora Ciro Migliore è ricoverato nel ...
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  La modella di Gucci è più forte degli insulti!   di Simona Inerte La modella che ha sfilato per Gucci si chiama Armine Harutyunyan, ha 23 anni e ha stravolto i canoni di bellezza. La polemica è iniziata quando Gucci ha voluto inserire Armine Harutyunyan tra le 100 donne più belle, una polemica a livello mondiale, tra insulti e critiche costruttive.   Armine Harutyunyan è una grafica pubblicitaria che si è avvicinata nel mondo della moda per puro caso. Venne proposta da un suo amico al direttore Maison Gucci, che ha visto in lei qualcosa di rivoluzionario. Abbiamo sempre visto riviste di moda con donne bellissime e perfette, Gucci ha voluto cambiare questo canone, mostrando soprattutto la normalità della bellezza, che ognuno di noi ha.   La mia opinione su questa modella è che è davvero una bella ragazza con dei lineamenti asiatici, molto particolari. Mi ha colpito molto la risposta di Armine Harutyunyan contro gli haters, "non ho bisog...

Metame, il bullismo declinato al femminile

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Metame è un cortometraggio diretto da Marco Gernone che mette in relazione vittima, bullo e spettatore. Metame  ci ricorda che troppo spesso usiamo le parole come armi. Ma le parole possono essere anche ponti e abbracci. Siamo noi, come sempre, a scegliere da che parte stare. La scelta giusta è contrastare il bullismo e il cyberbullismo.  Il corto è stato realizzato da Regione Puglia,  Apulia Film Commission  nell’ambito di  #TeenExplorer , programma di prevenzione dei pericoli legati al bullismo e al cyberbullismo, coordinato dal gruppo Giada dell’Ospedale Pediatrico Giovanni XXIII di Bari. Metame Un frame del corto Metame Dall'indagine condotta durante il programma è emerso che il 29% degli adolescenti pugliesi si dichiara vittima di episodi di bullismo, il 73% dice di avervi assistito e il 65% di aver cercato di difendere la vittima di atti di bullismo. L'1% ha avuto una reazione da bullo-gregario ovvero "ridere e filmare l'accaduto". Nel mondo vi...