Hikikomori, chi sono i giovani che vivono chiusi in una stanza

"Reclusi in casa per decine di anni"


di Noemi Lapenna






Il lockdown causato dal Covid ci ha insegnato due cose: la prima è come indossare la mascherina, la seconda è che la casa è il luogo più sicuro nel quale rinchiuderci. Oggi parliamo di un fenomeno diffuso tra ragazzi: viene chiamato Hikikomori, sono dei ragazzi che preferiscono isolarsi dal mondo reale, chiudendosi nella propria stanza.

Marco Crepaldi è un fondatore di Hikikomori Italia, si occupa di questo fenomeno di giovani chiusi in casa, il numero di ragazzi che deciderà di rifiutare il mondo esterno è in aumento. Chi già viveva da Hikikomori ha degli aspetti in cui il mondo ritiene importante una vita definita normale. Molto ragazzi hanno deciso di rinchiudersi tra le mura di casa.

Ragazzi sempre più giovani che decidono di non uscire dal portone del proprio appartamento per rivedere amici, insegnanti e parenti. I loro genitori hanno avuta molta difficoltà a riconoscere dei segnali, molti pensano che sia una dipendenza di internet e quindi vogliono provare a staccare il modem dei loro figli. Per i ragazzi internet è l’unica piazza che hanno per confrontarsi con le persone, socializzare, vedersi e giocare.

Il Hikikomori è una questione di scelta personale che va presa passo dopo passo, vederci o confrontarsi con gli amici tramite internet secondo me, non è la stessa cosa nel vedersi nella realtà, perché anche con un solo sguardo o un abbraccio ci può passare qualsiasi malore. Così come non poter mangiare a tavola con i propri cari, ma pranzare o cenare nella propria stanza al buio. Secondo me bisogna aiutare questi ragazzi e farli riuscire ad entrare nella vita sociale, nella vita esterna.